Impianto dentale, rigetto è un termine improprio e bene si farebbe a parlare di insuccesso e ad indagarne le cause. Infatti, il rigetto degli impianti non può esistere poiché con la definizione di rigetto si intende una reazione da parte del sistema immunitario nei confronti di qualcosa che il nostro organismo riconosce come estraneo.
Gli impianti dentali sono realizzati in titanio, un metallo inerte biologicamente. Il nostro corpo è nelle condizioni di tollerare perfettamente questo materiale, grazie all’elevato grado di purezza e decontaminazione della superficie. Se è vero che alcuni individui presentano delle sensibilità o allergie ad alcuni metalli non nobili, il titanio non essendo un organo o un tessuto non crea reazioni.

L’organismo riconosce la struttura come propria e ci si attacca

Le cellule ossee creano una osteointegrazione con la superficie dell’impianto dentale. Grazie questo fenomeno il titanio è utilizzato anche in altri ambiti della chirurgia come: l’ortopedia, la neurochirurgia e la chirurgia maxillo-facciale. Nella letteratura medica non è mai stata descritta una reazione avversa di natura allergica o il rigetto di una protesi in titanio.

Le cause della perdita di un impianto

La perdita di un impianto, se avviene, si verifica nelle settimane immediatamente successive all’intervento. Le cause sono:
  • il fumo, tra le principali , tanto maggiore è il numero di sigarette o sigari che si consuma al giorno tanto maggiore è il rischio;
  • errori tecnici intra-operatori;
  • surriscaldamento dell’osso;
  • contaminazione della superficie dovuta alla saliva;
  • errata valutazione del tipo di osso o del tipo di carico;
  • mancato rispetto delle condizioni di sterilità del campo operatorio;
  • infezione batterica attorno all’impianto.

I movimenti dell’impianto e le conseguenze

Anche i micromovimenti dell’impianto nelle fasi successive al suo inserimento possono causarne la perdita. Può succeder, infatti, che una protesi mobile urta sulla vite di guarigione dell’impianto. Questo può determinare la perdita della stabilità iniziale causando la produzione di tessuto connettivo intorno all’impianto che porta alla destabilizzare della connessione iniziale con l’osso, essenziale per la guarigione e per l’osteointegrazione.
In pazienti con una corretta igiene orale, non fumatori, che fanno visite periodiche dal dentista la percentuale di insuccesso a 5 anni degli impianti dentari è solo del 2 % – 3%. Comunque, la più frequente causa di perdita di un impianto nel lungo periodo è attribuibile ad un infezione batterica che colpisce i tessuti che supportano l’impianto.
La perimplantite, questo è il termine scientifico, agendo come fa la parodontite, provoca riassorbimento osseo attorno agli impianti e ne causa la inevitabile perdita. Anche se l’intervento è riuscito alla perfezione, la durata di un impianto dentale non può essere per sempre. L’impianto ha una vita media che raggiunge i 15 anni in più del 95% dei casi.